[GBA/RECENSIONE] Rayman: Raving Rabbits

Correva l’anno 1995 mentre sbarcava su schermi e monitor di molti giocatori un titolo destinato a rimanere impresso nelle loro menti per molto tempo. Con una melanzana senza arti come protagonista, il folle Rayman fece avvicinare moltissime persone al genere platform, anche grazie al suo stile grafico, che ricordava i disegni a mano. Con il passare degli anni la serie si è evoluta passando alla grafica treddì ed abbandonando lo schema di gioco del primo capitolo, trasformando gli ultimi episodi in veri e propri action/adventure. Gli amanti dell’originale, però, non erano proprio entusiasti di questa svolta, tanto che gli sviluppatori hanno deciso di andare in parte incontro le loro esigenze con questo nuovo Raving Rabbids.



L'ultimo nato di casa Ubisoft è presente su quasi tutte le piattaforme ludiche del momento, e il fattore di maggior onesta è che la formula di gioco si adatta alla tipologia di console per sfruttarne le caratteristiche: ovvio quindi che questa per GBA non possa sfruttare le feature proprie della versione per Wii, dove (come avviene in quella PS2, seppur con un sistema di controllo differente) ci si trova ad affrontare più che altro mini-giochi distaccati tra di loro. Così su Game Boy Advance il gioco si presenta come un graditissimo ritorno alle origini, un platform vecchio stile, simile proprio al capostipite della serie. La trama è la stessa per tutte le versioni di Raving Rabbids: il prode protagonista viene catturato da alcuni conigli che, maltrattati da tutte le altre creature, sono impazziti e hanno deciso di vendicarsi dei torti subiti; ovviamente sta al giocatore cercare di fuggire dalla prigionia e cercare di riportare l’equilibrio nell'universo giocoso imbastito dai programmatori.



Quest’ultimo, come nel titolo d’esordio di più di dieci anni fa, è estremamente variegato e colorato: da un livello centrale “di collegamento” si passa in men che non si dica da lugubri celle a fantasiosi scenari composti interamente da articoli da cancelleria, tutti pieni di bonus da scoprire, e questo è solo un esempio dei mondi folli creati da Ubisoft. Lo scopo principale, infatti, a parte arrivare alla fine del livello, è collezionare tutti gli oggetti sparsi negli angoli più disparati e sulle piattaforme più irraggiungibili; all’inizio può sembrare semplice, ma le cose si complicano abbastanza velocemente, grazie ad un design dei livelli molto ben curato, che non permette di scorgere ad occhio nudo tutti i segreti. Per raggiungere alcuni luoghi, inoltre, è necessario utilizzare le nuove abilità di Rayman: ora è possibile, al contrario che in passato, cambiare costume per utilizzare nuove mosse e poteri inediti. Per esempio, proprio alla fine del primo livello, si verrà in possesso di un travestimento da rapper in grado di aprire nuove strade rimbalzando per terra e facendo crollare il pavimento. L’idea è molto buona, però l’interattività degli scenari sotto questo punto di vista è molto limitata, e ci si troverà raramente a preferire un costume alternativo a quello originale, dato che molti di questi negano la possibilità di attaccare i nemici.

Questi, d’altronde, non sono particolarmente furbi, ma in compenso molto ben caratterizzati: spesso tenteranno semplicemente di attaccarvi senza esitazione, mentre altre volte schiveranno prontamente i vostri pugni (la vostra unica arma, almeno all’inizio). Tuttavia sono presenti molti tipi di conigli: i supereroi con il costumino “alla Superman”, i ballerini schivatori di colpi, i mech corazzati e via discorrendo. La varietà non manca di certo. Peccato che non si possa dire lo stesso per il mordente: se all’inizio è divertente cercare tutti i bonus nascosti, dopo poco tempo diventa quasi noioso a causa della semplicità di alcuni livelli. Al contrario, per altri scenari, è richiesto molto tempismo, tanto da rendere forse l’esperienza frustrante per qualcuno. Per fortuna, però, ogni tanto sono presenti dei minigiochi che fungono da diversivo: si va dai tiri a segno (ovviamente con i conigli come bersagli) alle gare in auto, un po’ come nel vecchio Formula Zero. Inoltre, alla fine di ogni set di livelli, è presente il classico boss da sconfiggere per poter proseguire: la sfida è sempre ben bilanciata e bisogna utilizzare l’ingegno per aver la meglio, non è mai sufficiente passare all’attacco senza ragionare.



In conclusione, quindi, la versione per il sempreverde GBA del nuovo Rayman non delude, anzi, è un platform bidimensionale di buona fattura, con però i limiti della linearità e ripetitività di alcuni scenari, per fortuna intervallati da simpatici diversivi. Per gli amanti dell’episodio originale, ormai un vero e proprio classico, questo Raving Rabbids è un piacevole ritorno alle origini; per gli altri rimane comunque un gioco di buona fattura, rivolto specialmente ai più piccoli.

Fonte: Ludus