A distanza di quasi un anno dalla release nipponica, Namco ha finalmente deciso, grazie anche al publisher transalpino Ubisoft, di portare nel Vecchio Continente uno degli RPG più apprezzati della popolarissima serie della casa di Pac Man: Tales Of Eternia, titolo apparso originariamente su PlayStation nel 2000/2001, che riappare in tutta la sua gloria in questa versione PSP destinata ad entrare di diritto nel cuore degli amanti del genere.
Considerando infatti la scarsità globale dei rivali e la qualità intrinseca del prodotto in questione possiamo affermare senza timore di smentita che Tales Of Eternia saprà ritagliarsi un suo spazio all’interno della softeca disponibile per l’elegante portatile Sony, offrendo ai gamer europei un’esperienza intrigante e profonda.
Il gioco si apre con una meravigliosa e intensa sequenza iniziale, in perfetto stile anime giapponese, che trasporta il giocatore nell’affascinante universo di Eternia, punto di congiunzione tra due mondi inaspettatamente in collisione tra loro. In uno dei due mondi si trovano Reid e Farrah, i due ragazzini protagonisti dell’avventura, che quasi per caso si ritrovano ad essere testimoni di un incidente aereo di uno strano velivolo precipitato nel bel mezzo della foresta. Giunti sul luogo dell’impatto i due amici d’infanzia incontrano Meredy, una misteriosa ragazzina dall’aspetto insolito che parla un linguaggio a loro incomprensibile, e Quickie, una buffa creatura che non si separa mai dalla sua padroncina. Appare immediatamente chiaro che l’enigmatica Meredy sia originaria del mondo al di là del cielo, e inizia così l’entusiasmante avventura del trio alla ricerca della verità sul drammatico destino di Eternia, cercando di evitare la catastrofe che porrebbe fine all’esistenza dei due universi.
La trama non presenta insomma elementi particolarmente innovativi ed è spesso giocata su cliché che sanno un po’ di già visto, anche se è necessario precisare che la storia narrata riesce a coinvolgere appieno il giocatore grazie all’eccellente cast, ai dialoghi efficacemente doppiati in inglese e alle raffinate scene animate che impreziosiscono l’avventura. Reid e Farrah in particolare riescono a conquistare attraverso la loro personalità ben caratterizzata (anche attraverso spassosi balloons che esprimono le emozioni in stile super deformed tipicamente nipponico…) ed è ammirevole lo sviluppo che i personaggi dimostrano a 360° con l’evolversi della vicenda, trasferendo empaticamente le loro emozioni al giocatore e rendendo nel complesso i due protagonisti tra i personaggi più interessanti mai apparsi in un RPG.
Il gameplay di questa reincarnazione di Tales Of Eternia rimane fedele all’originale per PlayStation, e si compone di un convincente mix di fasi di pura avventura in terza persona e combattimenti in tempo reale dal delizioso sapore di RPG old school, il tutto intervallato qua e là da divertenti minigame.
Le fasi di avventura, come da consuetudine nell’epoca dei 32 bit, prevedono lo spostamento dei personaggi all’interno delle varie locazioni di gioco, che spaziano da città e villaggi in cui reperire oggetti e informazioni utili a insidiosi dungeon davvero ben congegnati, finemente realizzate con splendidi fondali bidimensionali.
Il passaggio per una enorme mappa completamente tridimensionale, piacevole da vedersi e portata a 60 frame al secondo rispetto alla versione originale meno fluida, permette al nostro party di muoversi da una location all’altra, ovviamente interrotti con una certa frequenza da un buon numero di combattimenti casuali (comunque controllabili in qualche maniera nella loro intensità grazie all’utilizzo di particolari oggetti).
Per molti fan degli RPG è proprio il sistema di combattimento la caratteristica più interessante della serie Tales Of , ed è qui che il nostro TOE brilla e si distingue grazie anche alle caratteristiche della console su cui gira. Avvantaggiandosi del meraviglioso schermo in formato widescreen del portatile Sony, il titolo mostra in queste fasi una estesa inquadratura del campo di battaglia con visuale a scorrimento orizzontale in stile Final Fight. A questo punto toccherà al giocatore, magari dopo aver deciso via menu la formazione più adatta al tipo di scontro e impostato il comportamento generale dei suoi alleati, prendere il controllo di un personaggio a sua scelta per un combattimento in real time simile a quelli visti nei classici hack’n slash anni ’90.
Sarà dunque possibile spostare il proprio avatar avanti e indietro, e controllare i suoi attacchi e i suoi incantesimi con combo di tasti da eseguire sul modello di un gioco alla Street Fighter, il tutto mentre gli altri membri della nostra squadra vengono controllati dalla AI ed eseguono spettacolari magie e mosse di ogni tipo contro nemici spesso in numero maggiore e giganteschi boss.
Insomma un sistema di combattimento veloce, esaltante e dinamico, orientato in maniera intrigante verso l’action e la realizzazione di combo e catene varie di attacchi che riempiranno lo schermo di fantastici effetti speciali.
Da segnalare inoltre la possibilità, premendo in qualsiasi momento dello scontro il tasto triangolo, di intervenire a modificare le impostazioni del proprio party di guerrieri, variando eventualmente il tipo di magie o l’attitudine dei propri compagni ponendoli sulla difensiva o adibendone uno al ruolo di “curatore”, e così via.
Tecnicamente il prodotto Namco si rivela assolutamente valido, mostrando un comparto visivo solido e appagante, di chiara ispirazione manga. La grafica bidimensionale è estremamente colorata e pulita, con background prerenderizzati e sprite animati in maniera tutto sommato convincente, e gli occasionali anime che fanno da cutscene scorrono fluidissimi e con un notevole livello di dettaglio, del tutto scevri da qualsiasi difetto di compressione.
Unica nota un po’ meno positiva da questo punto di vista sta forse nel character design piuttosto anonimo e stereotipato, che manca di elementi davvero caratteristici e pecca leggermente nella personalità, ma bisogna contemplare nel giudizio l’epoca in cui il gioco è stato realizzato.
A livello audio siamo pienamente nell’eccellenza: a parte i buoni effetti e l’ottima colonna sonora, con musiche evocative e intense, è di certo il doppiaggio a fare la parte del leone.
Tales Of Eternia infatti è ricchissimo di dialoghi doppiati in inglese, che contribuiscono ad aumentare l’immedesimazione e lasciano davvero a bocca aperta considerando che siamo al cospetto di un titolo su console portatile (a dimostrare le potenzialità, per ora davvero poco sfruttate, di una macchina di tutto rispetto come PlayStation Portable).
Un’altra feature degna di nota di questa conversione, che testimonia l’eccellente capacità di Namco nel lavorare su PSP (dopo i fasti della versione nipponica di Me and My Katamari…), sta nei caricamenti pressoché inesistenti: il titolo scorre incredibilmente liscio e non appare minimamente affetto da quei “loading time” veramente troppo estesi che spesso hanno compromesso l’esperienza di gioco sul lucido gioiellino Sony.
In conclusione Tales Of Eternia è un titolo da considerare come acquisto obbligato per gli amanti dei giochi di ruolo, grazie alla bontà complessiva del prodotto, alla cura nella sua realizzazione tecnica, all’interessantissimo sistema di combattimento e all’ottima longevità, attestabile sulle 60 ore di gioco. Tutti gli elementi che insomma hanno reso Tales of Eternia uno degli RPG più amati su PlayStation rimangono intatti in questa conversione portatile, che al momento si rivela in definitiva come “IL” gioco di ruolo per PSP, vista anche la mancanza di alternative di livello (se solo Atlus portasse in Occidente il suo capolavoro Princess Crown, uscito nel ’97 su Saturn e disponibile per PSP esclusivamente in versione giapponese… ).
Fonte: ludus