[PC/RECENSIONE] Prince of Persia 3D

Il tutto ebbe inizio nei lontani anni ottanta, ad opera di un illustre sconosciuto di nome Jordan Mechner, che avvalendosi di tecniche grafiche rivoluzionarie (per il tempo) e usando come modello il suo malcapitato fratello minore, riuscì a produrre un platform in 13 livelli destinato a rivoluzionare il concetto di gioco d'azione, e che provocò una grossa emozione nel pubblico (e non solo) per l'estremo realismo dei movimenti del suo protagonista, per quanto pixellato fosse. Costui altri non era che un semplice ragazzo di strada nell'antica, magica Persia: peccato che fosse innamorato, ricambiato, della figlia del Sultano, e che il Gran Visir, intenzionato a sposarla, avesse qualcosa da ridire in merito; il nostro eroe aveva giusto un'ora di tempo per scappare dalle prigioni, uccidere il cattivone finale e sposare la principessa. Il secondo episodio della serie, The Shadow and the Flame, uscì qualche anno dopo, presentandosi come un ulteriore sviluppo delle avventure del nostro eroe, divenuto principe, alle prese con nuove ed ulteriori magagne ad opera del solito Gran Visir, risorto chissà come dall'oltretomba e più agguerrito che mai... dal punto di vista grafico il gioco era un notevole passo avanti rispetto al precedente, soprattutto per l'enorme varietà di ambientazioni, e l'altrettanto grande numero dei livelli, unito ad una storia più interessante e complessa, rendeva il tutto assai avvincente.

La magistrale sequenza introduttiva di Prince of Persia 3D, ci lascia dapprima letteralmente basiti mostrandoci una splendida danzatrice del ventre; solo dopo possiamo notare che il nostro principe, con tanto di Sultano annesso, non è certo qui per divertirsi ma si trova imbarcato in una delicata missione diplomatica. Prima che il nostro eroe convolasse a giuste nozze con la sua amata, infatti questa era già promessa sposa a suo cugino Rugnor, figlio di un fratello del sultano, re Assan, reggente di un regno vicino. Principessa, principe e suocero si trovano quindi in visita amichevole dal re Assan, onde discutere pacificamente e accomodare la questione. Il problema è che il figlio di Assan non ha alcuna intenzione di discutere pacificamente, e che fra Assan e il Sultano da tempo non corre buon sangue: in conclusione del banchetto l'intera scorta armata viene assassinata, la Principessa portata chissà dove e il nostro Principe gettato nelle segrete. Qual è lo scopo sostanziale del gioco? Riuscire a destreggiarsi fra nemici ed enigmi attraverso i 15 livelli, per impedire che Rugnor riesca a portarsi via la Principessa.
Dal punto di vista grafico, Prince of Persia 3D non ha assolutamente niente a che vedere con i suoi predecessori, ma soprattutto niente da invidiare. Innanzitutto per l'ambientazione tridimensionale e per l'accuratissima ricostruzione degli ambienti; un'indiscutibile nota di merito va infatti alla fedeltà con cui questo gioco ripropone l'arte tipica delle regge e dei templi dell'antica Persia. L'architettura è stata curata e rifinita fin dei minimi particolari, e il risultato ottenuto è di indubbia suggestione, un arcobaleno di colori e di complicatissimi intrecci sinuosi che subito attrae lo sguardo, più per la sua bellezza oggettiva che per l'atmosfera in sé stessa, in verità non particolarmente coinvolgente; la grafica dei personaggi è stata ugualmente curata (un esempio per tutti, è la danzatrice del ventre nell'introduzione) e anche gli effetti speciali sono all'altezza degli alti standard richiesti da questo genere di gioco. Le uniche, vere lacune nel campo della grafica, a parte l'andamento "scattoso" della telecamera che più che altro grava sulla giocabilità, sono i numerosi problemi di clipping; scendendo una rampa di scale, insomma, più volte potremmo avere l'impressione che la telecamera entri all'interno della balaustra, o che sgusci sotto il pavimento quando ci tuffiamo in una pozza d'acqua, oppure ancora potremmo ammirare casualmente il paesaggio esterno, trovandoci a sguainare accidentalmente la spada vicino ad un muro. In conclusione, la bellezza della grafica e la fedeltà architettonica del gioco alla realtà ci lasceranno ugualmente senza fiato, ma non c'è dubbio che noteremo anche i vari difetti del clipping.

Il discorso sull'audio è meno positivo. Gli effetti sonori rientrano negli standard del genere, e non si evidenziano particolari difetti né particolari pregi; per quanto riguarda la musica, invece, non c'è dubbio che i programmatori abbiano fatto del loro meglio per riproporre anche sotto quest'aspetto l'atmosfera dell'antica Persia... e non c'è dubbio nemmeno sul fatto che ci siano riusciti, ma qualche buona riserva persiste sul fatto che abbiano ottenuto un risultato gradevole. Di per sé stesse, le musiche sono senz'altro piuttosto belle ed atmosferiche, ma composte da cicli che si ripetono fin troppo spesso, così da divenire molto presto ossessive e stancanti per il giocatore. Sicuramente dei temi con una struttura più varia, oppure semplicemente meno ossessiva, più di sottofondo, che s'imponesse di meno all'attenzione del giocatore, avrebbero costruito un'atmosfera più armonica.

La longevità di Prince of Persia 3D si mantiene buona, nella media del genere. I quindici vastissimi livelli garantiscono un numero abbastanza elevato di ore di gioco, e la varietà delle ambientazioni argina la ripetitività fornendo comunque, anche grazie alla frequenza dei puzzle a dire il vero non particolarmente complicati, uno stimolo per continuare a giocare. Il discorso sulla giocabilità è più complesso; un'inequivocabile lode va alla gestione dei combattimenti e all'intelligenza artificiale dei nemici, entrambe piuttosto affinate: per far fronte alla sua missione il nostro principe ha infatti a disposizione ben quattro armi (la sciabola, l'arco, il bastone e le doppie lame), e in più svariate combinazioni di tasti per altrettanti attacchi corrispondenti, che incredibile a dirsi, permettono per davvero al giocatore di costruirsi una strategia personale contro ogni tipo di nemico; come negli episodi precedenti, ogni avversario attacca infatti a modo suo il nostro eroe, che dovrà fare del suo meglio per uscire indenne dall'esperienza... gli aspetti più negativi del gioco sono tuttavia altrettanto evidenti; innanzitutto la telecamera che segue i movimenti del protagonista usa muoversi in un modo stranamente convulso, così che non solo a volte finisce per scivolare fra i poligoni dello scenario, ma soprattutto per "precipitarsi" in maniera non proprio fluida da una prospettiva all'altra, ottenendo per il giocatore spesso un effetto piuttosto disorientante, che oltretutto finisce per complicare non poco il sistema di controllo del personaggio, cosa già di per sé stessa abbastanza ostica.
Non ci si ritroverà insomma ad urlare per la tensione nel subire un attacco improvviso (anche perché la grafica di questo gioco è accattivante, ma non si può dire altrettanto dell'atmosfera nel complesso), ma piuttosto perché difficilmente si giungerà a controllare al meglio il protagonista senza dare in escandescenze. Non che i movimenti del nostro principe siano sconnessi o irreali; anzi il realismo degli episodi precedenti è stato in gran parte mantenuto, ma in definitiva, soltanto dal punto di vista visivo. Nonostante in combattimento si comporti in modo egregio, non sarà insomma semplice imparare a "far intendere" al protagonista ciò che vogliamo che faccia... cosa che penalizza non di poco questo gioco.



Che dire in conclusione? Bella grafica, audio e atmosfera in generale non troppo coinvolgenti, buoni i combattimenti, ferruginoso il controllo del personaggio... Prince of Persia 3D si presenta come un gioco d'azione simile a tantissimi altri, diciamo pure troppo simile a troppi altri, se consideriamo l'importanza che hanno avuto i suoi predecessori nella nascita del genere avventura/platform, e l'impatto che soprattutto il primo ebbe, a suo tempo, sia sul pubblico che sull'industria ludica in genere. Purtroppo questo gioco, privo sia di madornali difetti che di stupefacenti pregi, non dice né propone niente di nuovo in particolare, il che è un grosso peccato: perché il terzo episodio di una serie fortunata come quella di Prince of Persia avrebbe potuto, e forse dovuto, elevarsi molto di più.

Fonte: Ludus