Galapagos è un vero e proprio mondo "tecnologico", nel senso che in esso non troverete essere viventi, ma intere legioni di soldati meccanici, trappole, e cancelli interdimensionali. I creatori di questo mondo, sono riusciti grazie alla grande potenza delle loro armi, ad assoggettare tutti i pianeti vicini allineandoli alla propria dimensione interna, distruggendo contemporaneamente, tutti i loro abitanti e le materie prime. Tra tutte le armi sviluppate dai creatori di Galapagos, vi è anche un organismo sintetico di nome Mendel, dotato di una mente propria: egli in base agli stimoli dell'ambiente circostante riesce ad apprendere e ad adattarsi. Se un simile cervello venisse inserito in tutte le armi di Galapagos, niente potrebbe più evitare la distruzione degli altri mondi.
Il nostro compito sarà controllare questo Mendel, una sorta di ragnetto meccanico, cercando di farlo fuggire inizialmente dal suo laboratorio, e successivamente da Galapagos.
Prima ho detto "controlleremo Mendel", ma l'affermazione non è corretta: in realtà noi non agiremo mai direttamente sul protagonista, che invece si muoverà per gli ambienti 3D del gioco autonomamente. I programmatori della Anark, hanno sviluppato un nuovo motore di intelligenza artificiale di cui vanno molto fieri: si tratta di NERM (Non-stationary Entropic Reduction Mapping). Grazie a questo algoritmo, Mendel riuscirà ad adattarsi al mondo circostante e ad imparare dai propri errori.
Chiaramente noi non saremo dei semplici spettatori: il ragnetto si muoverà, sì, da solo, ma il nostro aiuto si renderà necessario in più di una occasione. Infatti i mondi di Galapagos presentano numerosi trabocchetti, piattaforme semoventi, interruttori, ascensori e altri meccanismi, che noi dovremo azionare per facilitare la fuga di Mendel. Con il tasto sinistro del mouse, potremo interagire con l'ambiente circostante, azionando uno dei tanti meccanismi sopraccitati, mentre con il tasto destro, "toccheremo fisicamente" Mendel, facendogli capire che nel suo comportamento, qualcosa non va': il più delle volte, infatti, cambierà direzione, evitando una morte prematura.
A questo punto, molti di voi avranno notato, come esistano molti punti in comune con la serie Lemmings, titolo in cui si dovevano guidare dei simpatici roditori verso l'uscita di ogni livello. Effettivamente, i due titoli si assomigliano per quanto riguarda il concept, ma le differenze sono moltissime, tanto da non rendere assolutamente paragonabili i due prodotti ludici in questione. In Galapagos, infatti, guideremo un solo personaggio per i vari livelli e, come detto precedentemente, non potremo in nessun modo comandare direttamente il protagonista, come invece avveniva nel titolo della Psygnosis.
Quindi dovremo indirizzare, questo è il termine più esatto, Mendel verso l'uscita dei 5 livelli che compongono Galapagos, dandogli qualche "pacca sulle spalle" (per fargli cambiare direzione) e interagendo con l'ambiente esterno... tutto chiaro, ora?
Il vero punto di forza di questo gioco è da ricercare nella sofisticata intelligenza artificiale che il protagonista dovrebbe possedere. Dico "dovrebbe", perché sempre più spesso la parola intelligenza viene utilizzata a sproposito dai programmatori, con il solo scopo di impressionare favorevolmente i potenziali acquirenti: a sentire loro, tutto sarebbe dotato di un barlume di intelligenza!
I programmatori della Anark per fortuna, hanno sviluppato un algoritomo, che rende Mendel davvero intelligente... o quasi. Il protagonista deve essere visto come una sorta di "bambino ingenuo e curioso": esplorerà varchi senza uscita, si butterà deliberatamente dai burroni, ecc, ecc. Solo dopo che avrà sperimentato le conseguenze di ogni suo gesto, imparerà e si adatterà di conseguenza. Il gioco è stato sviluppato in base a questo: non avrete né un numero fisso di vite, né un limite di tempo. Questo perché le morti del simpatico animaletto sono all'ordine del giorno, e nella maggior parte dei casi non sono imputabili neanche al vostro operato: è semplicemente Mendel che per inesperienza, si caccerà nei guai!
A dire il vero, almeno all'inizio mi è stato molto difficile valutare quanto questa fosse sofisticata l'IA: nei primi minuti, nonostante tutti i miei sforzi, Mendel finiva per fare sempre l'opposto, con mio grande sconcerto. Sono riuscito ad apprezzare il lavoro dei programmatori, solo procedendo nei livelli più avanzati, quando Mendel impara a riconoscere i pericoli e a trovare il metodo giusto per superarli. Se all'inizio, per esempio, andava deliberatamente incontro ai pericoli senza rispondere ai nostri "amorevoli tocchi" per fargli cambiare direzione, successivamente lo vedrete aggirare gli ostacoli, infilarsi nei giusti cunicoli, evitando i vicoli ciechi e i condotti caratterizzati da pericoli insormontabili.
Sino a qui, ho illustrato lo schema di gioco, e l'IA del protagonista, davvero meritevole di nota, ma se avete sbirciato il globale nella colonna laterale avrete capito che non tutto è perfetto. Purtroppo i programmatori non hanno corretto i difetti, che già affliggevano la versione dimostrativa, e che minano in un certo modo la giocabilità globale del prodotto.
Partiamo dal difetto minore: le telecamere. Queste non sono fisse, ma seguono le peripezie del nostro Mendel, da diversi punti di vista : alcune volte zoomanno sul protagonista, altre volte riprendono la scena dall'alto, altre volte lateralmente, e così via. Tutto questo conferisce una grande spettacolarità grafica, tanto che si può parlare quasi di una vera e propria regia, con repentini cambi di scena studiati nei minimi particolari, o quasi...
Il rovescio della medaglia è che quando si è concentrati con un determinato puzzle, l'improvviso cambio di telecamera confonde il giocatore, facilitando di conseguenza la morte di Mendel. Nel secondo livello, per esempio, stavo cliccando velocemente su un ostacolo, per bloccarlo, e liberare di conseguenza un passaggio a Mendel, quando all'improvviso mi sono ritrovato ad osservare la scena con un'altra inquadratura, totalmente differente: provate ad immaginare le conseguenze... Questo difetto, non accade di frequente, e non pregiudica eccessivamente la giocabilità, almeno non tanto quanto il secondo difetto di Galapagos, che si può riassumere in una sola parola: Frustrazione.
1
2
Ogni volta che si gioca ad un videogioco, si sa che non si potrà completarlo alla prima partita, insomma si mettono già in preventivo le sconfitte. Ciò che spinge una persona a rigiocare è il desiderio di procedere nei livelli, evitando di commettere i precedenti sbagli. Insomma, la consapevolezza, che ciò che ha decretato la nostra sconfitta, dipende da un nostro errore, ci sprona a far meglio.
Questo non avviene invece in Galapagos, dove il protagonista sembra avere una naturale predisposizione ad eliminarsi. Spesso uno stesso puzzle dovrà essere giocato per decine di volte, non per nostra colpa, ma per via di Mendel che sbaglia direzione o non imbocca il giusto corridoio. Questo non è direttamente imputabile all'intelligenza artificiale, che come ho detto precedentemente è ottima, ma alla progettazione degli ostacoli che richiedono un tempismo eccezionale, paragonabile a quello di uno spara-e-fuggi.
3
Immaginatevi mentre cercate di far passare da una piattaforma in movimento ad un'altra, il ragnetto: dovrete cliccare sulle piattaforme per farle coincidere e creare un corridoio, contemporaneamente cliccare su Mendel, che spesso e volentieri, cambia direzione e contemporaneamente stare attenti ad altri trabocchetti, che il continuo cambio di visuale non aiuta certo ad individuare.
Si muore molto facilmente e rigiocare un puzzle dall'inizio (si può salvare solo in alcuni punti prefissati) non aiuta certo ad elevare la giocabilità. I programmatori della Anark si sono accorti della cosa, e hanno provveduto in tutta fretta a rilasciare una patch, che permette di salvare in qualsiasi momento del gioco: si tratta sicuramente di un'ottima trovata, che diminuisce il senso di frustrazione, ma che limita anche la longevità del prodotto.
Dal punto di vista grafico il gioco sfrutta le schede accelerate ed in particolare modo la 3Dfx. Galapagos, non è un gioco che punta tutte le sue carte sull'aspetto visivo, anche se bisogna ammettere che i cambi di visuale risultano molto spettacolari. Per quanto riguarda i vari livelli, questi sono stati riprodotti ricreando un aspetto "tecnologico", anche se risultano poco ispirati e alla lunga ripetitivi.
Galapagos è in definitiva un titolo che può vantare un serio algoritmo di IA, ed una discreta grafica. È però un peccato che gli sviluppatori non si siano concentrati anche sul gioco vero e proprio, calibrando meglio la difficoltà dei livelli e rendendoli più lunghi e vari. Consigliato a chi vuol provare un titolo decisamente originale e soprattutto a chi è molto paziente.
Fonte: Ludus