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 [SPECIALE] Software House History: Konami

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Elivan
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Elivan


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MessaggioTitolo: [SPECIALE] Software House History: Konami   [SPECIALE] Software House History: Konami Icon_minitimeDom Ott 19, 2008 9:18 pm

L’affinità del videogiocatore con questa o quella software house dipende in primo luogo dallo stile di gioco che ciascuno predilige. Alcuni generi specifici sono strettamente legati, ancor prima che ad una console, proprio alle diverse case di sviluppo. Negli ultimi anni, così come nel mondo del calcio, stanno sparendo le “bandiere” legate ad una singola console, con l’eccezione di alcune icone Nintendo e poco altro, ma un filo conduttore comune si può ritrovare lungo l’intera evoluzione videoludica che si sviluppa con i suoi alti e bassi da circa un trentennio.
Capcom, SquareEnix, EA e Sega, giusto per citare alcune note case, possiedono un marchio di fabbrica inconfondibile che va oltre il numero di bit, tanto in voga negli anni Ottanta e Novanta, i colori su schermo, la cura nelle colonne sonore o la console di appartenenza.
Un giocatore esperto potrebbe riconoscere la mano che sta dietro ad un videogame, anche in questa fase di ricchezze e riassestamenti, di crisi economiche e fusioni, senza neppure fare molta fatica.
Personalmente ho sempre nutrito una passione particolare per alcune case che, specie in tenerissima età, hanno saputo trasmettermi emozioni incredibili. Il finale di Secret of Mana, il primo incontro con quella sorprendente Mother Brain o i brividi di Silent Hill sono solo alcuni miei momenti e sono certo che tutti i videogiocatori appassionati, non all'eccesso ci tengo a precisare, potrebbero descriverne di diversi.
Molti ricordi sono legati a Konami che, dai lontani tempi del NES e nonostante alcuni passaggi a vuoto, ha in molte occasioni rappresentato quello che per me erano e sono i videogiochi riuscendo, come poche altre software house, a combinare in maniera sapiente divertimento e profondità, atmosfera e creatività.

Le origini
Konami nacque in Giappone nel 1969 come società legata alle riparazioni ed al noleggio dei Juke-Box. Tralasciando i dettagli di quei primi anni ed i nomi dei vari dirigenti, che si possono benissimo ritrovare con una breve ricerca, ci concentriamo maggiormente sui successi agli esordi nell’ambito videoludico. Nel 1973 il nome della società mutò in Konami Industry Co. e da questo momento la storia comincia a farsi più interessante. Erano gli anni del mitico Pong, delle prime console domestiche, se di console si poteva già parlare, ovvero della prima corsa all’oro alla scoperta di una nuova forma d'intrattenimento.
Dopo una lunga fase di studio ed una decina di titoli poco rilevanti, Block Game fu il primo ed era il 1978, nel creativo 1981 Konami produsse tra gli altri due indiscussi capolavori: lo sparatutto Scramble ed il tenero Frogger. L’idea di una smarrita rana alle prese con una trafficatissima superstrada era tanto impietosa quanto funzionale. La precisione chirurgica richiesta, unita alla solita dose di crudeltà di situazioni, rese questo titolo un ospite fisso per anni nelle sale giochi. L’icona di Frogger si è un po’ smarrita negli anni, nonostante alcuni buoni progetti recenti, forse proprio perché il paragone con l’originale rendeva sbiaditi tutti gli episodi successivi.
Da quel momento è cominciata per Konami un'incredibile ascesa nel mercato arcade. Q*Bert, Track & Field, Gyruss, Roc’N Rope, Circus Charlie, Rush’n Attack, Yie Ar Kung Fu e Gradius sono solo alcuni dei capolavori pubblicati fino al 1985. Chi ha vissuto quegli anni ricorderà l’impatto che molti di questi titoli avevano in sala giochi o nei bar. Gyruss e Track & Field ad esempio erano vere e proprie istituzioni.

L’allargamento e le saghe
In quegli anni, pur mantenendo un costante apporto nel mercato arcade, Konami riuscì ad arricchire il proprio valore pubblicando i primi titoli sulle macchine da gioco domestiche. Se a noi europei MSX non dice moltissimo, lo stesso non vale per il NES. I contratti in esclusiva che legavano determinati titoli a Nintendo sono coincisi con una vera e propria età dell’oro di Konami che, associata alla casa di Kyoto e grazie allo straordinario successo della console a 8 bit, portò al successo quelli che ancora oggi sono i marchi più famosi della casa di Solid Snake. I colori acidi ed impastati utilizzati su NES erano il vero marchio di fabbrica Konami.
Su questa console e sul Super Nintendo alcuni anni più tardi avvenne l’ulteriore salto di qualità. Oltre agli stranoti Castlevania e Metal Gear, giunsero Contra, Parodius, Twinbee, Ganbare Goemon, Bucky O’Hare, quel Konami Hyper Soccer progenitore dei vari Pro Evolution e così via con Sparkster, Zombie ed Axelay. La fase del periodo NES corrispose ad un momento di maggiore creatività ed innovazione, che interessava tutto il mercato videoludico, mentre quella degli anni Novanta legata a SNES e Megadrive divenne il momento ideale per raffinare e migliorare saghe ed idee già esistenti grazie alla più amichevole tecnologia a sedici bit.
L’avvento dei nuovi formati, per assurdo, ha per un certo periodo di tempo rallentato un mercato travolto da troppi sistemi mal supportati o di dubbio valore (Jaguar e 3DO), dallo smarrimento di Sega che ha confuso il pubblico con alcune scelte commerciali discutibili e dalla cocciutaggine di Nintendo che ha insistito con l'obsoleto supporto a cartuccia.
Konami dopo una fase di smarrimento ha rilanciato alla grande la saga di Metal Gear, puntando su PSX, ed ha prodotto quello che per molti è il miglior titolo in due dimensioni di tutti i tempi: Castlevania: Symphony of the Night (standing ovation).

E poi…
Konami è riuscita comunque a tenere il passo laddove molte software house avevano fallito. L’abilità di questa software house nell’aprirsi e nel tenersi viva su tutti i formati ha garantito molti buoni prodotti pur con qualche inciampo di troppo. Evidentemente la serie di Castlevania non ne vuole sapere di funzionare in tre dimensioni, forse anche a causa di una certa pigrizia dei programmatori, ma GBA e DS hanno ospitato episodi memorabili. Pro Evolution Soccer sta perdendo sempre più verve capitolo dopo capitolo e Silent Hill finisce per riciclare se stesso in continuazione, ma le idee in altri progetti ci sono e la continua espansione di questa SH, che ha prodotto titoli per ben trentatrè piattaforme, sono comunque molte. L’ultimo eccellente episodio di Metal Gear o la longeva Dance Dance Revolution ne sono un esempio concreto.
Konami, tornando al discorso iniziale, ha sempre avuto la capacità di provare e cercare strade nuove senza mai troncare definitivamente con il passato. Questa politica ha di fatto mantenuto alto l’interesse dei giocatori di vecchia data ed al tempo stesso ha permesso la creazione di nuovi franchise da affiancare a quelli più classici. I nuovi progetti legati a Castlevania per Wii e NDS e Silent Hill per PS3 e Xbox360 sono attesi con impazienza da una grande fetta di pubblico.
Personalmente ho sempre apprezzato in Konami la straordinaria capacità di creare anche con pochi semplici dettagli una grande atmosfera, chi ha giocato a Castlevania e a Metal Gear lo sa, e dei personaggi veramente a trecentosessanta gradi.
Scrivere uno speciale su una software house come questa è stato un compito affascinante ma al tempo stesso ingrato. Ho accennato a molti temi e molti altri ne avrei potuti trattare. Konami in questi ultimi anni non ha potuto garantire sempre i livelli dei primissimi prodotti, visto l’enorme numero di titoli pubblicati ogni anno, ma è sempre stata in grado di tenersi a galla anche nei momenti più difficili o dopo alcune evidenti fasi calanti. In questo speciale ho deciso di dedicare maggiore spazio ai prodotti del passato proprio perché questa software house nasce da lì e da lì continua ogni anno a produrre e sfornare capolavori ancora sulla cresta dell’onda dopo venticinque anni. La colonna sonora di Castlevania, le emozioni di Solid Snake, le frenesia di Gyruss, il buffo Pinguino di Parodius, i misteri di Silent Hill, il sorriso di Goemon e tantissimi altri spunti partono tutti da quella ranocchietta che tentava di attraversare la strada e che ha conquistato il mondo: sfida, semplicità e passione. Senza la competenza di Konami il mondo dei videogiochi sarebbe certamente molto più vuoto o senz’altro meno ricco.

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Fonte: SpazioGames
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