Sam Hayes è l’unico a Menteith a non avere un’ossessione. Tutti ce l’hanno: persino gli oggetti. I libri cambiano in continuazione perché sono ossessionati dalla paura di annoiare, le tartarughe corrono per paura di essere considerate lente. Per tutti gli abitanti di Menteith l’ossessione arriva tra i sei e i dieci anni, nel giorno del compleanno. L’ossessione cambia la vita e costringe ad adattarsi ad essa: chi ha paura del buio gira sempre con delle candele, chi è ossessionato dalle decisioni non riesce a scegliere, chi dagli odori di cucina tiene sempre le finestre aperte e così via. Solo Sam arriva ai tredici anni senza aver avuto un’ossessione a cambiargli la vita, facendolo sentire la persona sbagliata nel posto sbagliato.
Durante la festa per l’incoronazione del padre Sam viene sfidato dal Diavolo che lo informa che, al di là di Menteith, c’è un luogo dove si può vivere senza un’ossessione: la Terra.
Sam decide così di lasciare Menteith per la Terra. I suoi amici Oliver (con la paura del buio), Sally (con l’ossessione del non sapere dove si trova) ed Eddie (ossessione del dove essere sempre gentile), partono con lui per il misterioso viaggi, aiutando Sam con la loro presenza e con le loro ossessioni.
L’idea di base è senza dubbio buona. Il fatto che ogni oggetto abbia l’ossessione di non compiere al meglio ciò per cui è stato creato è uno spunto interessante. Ancora più interessante è il tema delle ossessioni umane, del come cambiano la vita e la rendono più regolata. Il fatto che il protagonista cerchi un’ossessione, mentr di solito noi le evitiamo, dà quel ribaltamento di prospettiva che serve in una buona storia. Decisamente una buona idea su cui costruire il romanzo.
Peccato che venga sprecata dalla prolissità di stile. L’autore ci ripete almento quattro volte la stessa cosa; i pensieri si intorcinano, si perdono, si intricano come quelli del protagonista; peccato che il libro non sia scritto in prima persona. Interessantissime riflessioni si perdono tra altre mille più o meno pertinenti al momento della vicenda.
Cerco di spiegarmi meglio. Siamo nel mezzo di un’azione pericolosa, i protagonisti rischiano… e tutto viene interrotto qua e là dalle riflessioni sulla vita (l’Universo e tutto quanto). In questo modo l’avventura della storia va a farsi benedire e si diluisce in cosiderazioni che, dopo 200 pagine in cui ancora la storia non è decollata, finiscono per sembrare pippe mentali.
Preferisco i libri in cui le eventuali rifelssioni esistenziali non interrompono la storia, ma ne sono parte integrante. Meglio ancora se emergono dalla storia stessa, lasciando la libertà al lettore se godersi la vicenda o le speculazioni filosofiche, o entrambi.
In questo libro un livello inquina e confonde l’altro, con i risultato che per me è stato davvero difficile arrivare in fondo.
Giordano Aterini, Un soldo per le tue paure, Milano, Rizzoli, Varia narrativa italiana, 2008, 427 p., 16 €
Fonte: Tante storie
Ci tengo a precisare che Giordano Aterini è un mio grande amico, ho frequentato il suo sito e devo dire che è molto simpatico, scrive bene l'Italiano e nonostante io non abbia letto il libro appena avrò tempo libero per farlo lo leggerò.... Chi di voi l'ha letto? Cosa ne pensate? ^^