[PS2/RECENSIONE] Thrillville - Fuori Dai Binari

Varcare l'entrata di un parco divertimenti sprigiona tutta una serie di emozioni, la vista di ruote panoramiche, ottovolanti e quell'inconfondibile odore di zucchero e fritto rende rubicondo il viso di ogni ragazzino. Dietro questo fatto di grida concitate e divertimento sfrenato si nascondono grandi responsabilità ed è questo che Thrillville: Fuori dai Binari ci farà vedere, insegnerà a gestire l'intero parco e a personalizzarlo come più ci aggrada. Ad accoglierci vi è uno stralunato scienziato o meglio ricercatore che sembra la copia digitalizzata del buon vecchio Doc di Ritorno Al Futuro; saprà illustrarci le dinamiche del parco e ci guiderà passo passo sull'amministrazione dello stesso in una sorta di tutorial semplice e intuitivo. In pochi minuti avremo le idee ben precise su come affrontare la gestione del parco e a questo punto non resterà che rimboccarci le maniche ed entrare nella nostra creazione. Prima di partire però occorrerà crearci un avatar: il gioco propone alcuni modelli preimpostati ma sarà possibile personalizzare un personaggio che magari rappresenti la nostra identità reale. Fatto ciò potremo scorrazzare felici e soddisfatti tra giostre e attrazioni varie, perché a differenza di altre simulazioni del genere, Thrillville vi farà dirigere tutto in prima persona senza l'ausilio di puntatori “divini” pronti a smantellare e costruire dall'alto del parco.



La visuale è in terza persona e ci muoveremo andando a verificare se tutto procede per il meglio, la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con la nostra clientela ci farà capire quanto le attrazioni siano efficienti e sopratutto sufficienti a rendere emotivamente felici bambini e rispettivi genitori. Se una giostra risulterà troppo pericolosa la voce si spargerà arrivando alle nostre orecchie, a quel punto sarà sufficiente assumere altro personale e se necessario qualificarlo per la rimessa a punto di quella determinata giostra. Ma le lamentele arriveranno da ogni dove, i nostri esigenti ospiti avranno da borbottare se riterranno troppo alto il costo dei palloncini o del fast food ad esempio. Arginando il problema correndo subito ai ripari e abbassando leggermente i prezzi, avremo una maggiore affluenza di clienti sorridenti, questo ovviamente andrà ad incidere sul nostro investimento, riempiendoci le tasche di baiocchi da spendere come meglio crediamo. Per costruire una giostra basterà posizionarci sopra un terreno abbastanza vasto ad accoglierla. La lista di attrazioni disponibili spazia dai classici ottovolanti ad attrattive più originali e vertiginose come piste per il mini motocross, circuiti per il go-kart, mirabolanti caroselli e chi più ne ha più ne metta. Man mano che il parco andrà ingrandendosi, la nostra reputazione crescerà, questo amplierà gli orizzonti e la ricerca sperimenterà nuove divertenti giostre oltre a perfezionare e potenziare quelle già in nostro possesso.




Quello che differenzia Thrillville: Fuori dai Binari da i vari Railroad Tycoon e Theme Park è l'aggiunta di una moltitudine di minigiochi più o meno divertenti che accompagneranno ogni singola attrazione. Fra i nostri ingrati compiti difatti ci sarà quello di provare con mano le giostre del parco, ed è con questo pretesto che Lucasart ha inserito minigiochi e puzzle game a tema per farci spendere qualche minuto in assoluta spensieratezza fra un importante decisione e l'altra. Da cloni di Puzzle Bobble, a rivisitazioni di vecchie glorie fino a divertenti giochi musicali da risolvere pigiando a tempo determinati tasti del pad al solo scopo di assumere ballerine pon pon per allietare la visita dei clienti. Se alcuni minigiochi divertono, altri risultano monotoni e la gestione del parco comincia ben presto ad annoiare il videogiocatore, piazzare qua e là giostre e chioschi, girovagare per il parco alla ricerca di possibili indizi e consigli su come migliorarlo diventa ripetitivo in brevissimo tempo. Tecnicamente Thrillville: Fuori dai Binari si difende timidamente, la grafica risulta adatta al contesto, colorata e plasticosa ma dalla versione Xbox 360 ci saremmo aspettati più poligoni e un tecnicismo di fondo più accurato. Thrillville: Fuori dai Binari rimane un discreto passatempo per passare qualche ora spensierata, purtroppo di gestionali così ne abbiamo visti davvero tanti nel corso degli ultimi dieci anni e ci spiace dirlo ma il parto Lucasart non è riuscito a divertirci come ci saremmo aspettati. I ricordi di Theme Park World di casa Bullfrog sono nostalgicamente lontani.




Fonte: Ludus