Cloud Strife Master
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| Titolo: [PS3/RECENSIONE] Assassin's Creed Sab Ott 11, 2008 2:48 pm | |
| Sempre pronto ad incoronare un nuovo sovrano, eppure costantemente alla ricerca di un suo successore. Il popolo dei gamers ha di continuo lo stesso tarlo fisso in testa, ed in questo ennesimo autunno delle meraviglie ha di fronte talmente tante opzioni da ritrovarsi stordito e rintronato per i capogiri dovuti alla scelta. La stagione in corso sembra proprio aver voglia di proseguire la sua agonia regalandoci l’ennesimo titolo altisonante, atteso da tempo dai possessori delle console di nuova generazione. Altair, il protagonista della vicenda ci guida all’interno di un’avventura d’altri tempi ambientata in Terra Santa ai tempi delle crociate, un viaggio dal sapore dolce e speziato nelle suggestive terre teatro di cicliche e sanguinose guerre, di conquista e di religione. Ma la storia da dove ha inizio veramente? In un luogo e in un tempo sconosciuto, forse ai giorni nostri, all’interno di un laboratorio di ricerca. State tranquilli, niente spoiler, si tratta delle fasi immediatamente successive al filmato di presentazione. Un professore e la sua affascinante assistente hanno prelevato coercitivamente un ragazzo allo scopo di risalire ad alcuni suoi precisi ricordi genetici (la memoria degli avi) grazie ad un macchinario chiamato Animus. E di quale avo in particolare ci occuperemo? Ovviamente di Altair. L’anno è il 1191 d.C., in piena Terza Crociata. Costui è uno dei più illustri esponenti della confraternita degli assassini, un’organizzazione ferocemente opposta all’ordine dei Templari, che tenta di ripulire dalla spazzatura la Terra Santa mediante mirati omicidi atti ad eliminare personaggi scomodi, oppositori e traditori. La confraternita non si lascia trascinare da feroci nefandezze fine a se stesse, ma segue un credo ben definito che impone la massima segretezza per le sue azioni e il tassativo divieto di assassinare innocenti. Nel corso di una missione per uccidere Robert de Sablè, gran maestro dei cavalieri templari, Altair agisce di sua iniziativa più come un rambo del passato che come un invisibile fantasma vendicatore, fallendo completamente, portando alla morte dei suoi compagni e causando notevoli perdite per l’ordine grazie alla successiva battaglia con l’esercito dei Templari. Per questo suo comportamento egli viene degradato sino al rango più basso, e per lavare l’onta e farsi perdonare dovrà compiere una serie di delitti. - Spoiler:
Se in passato vi siete emozionati per le atmosfere di Prince of Persia state sicuri che Assassin’s Creed non potrà lasciarvi indifferenti. Ciò che salta subito all’occhio, manco a farlo apposta, è l’aspetto grafico, una vera gemma che non mancherà di regalare estasi ed emozione per gli esteti. Ubisoft ha deciso con questo lavoro di prendere l’essenza del principe di Persia e di espanderla su larga scala. Le ambientazioni da paralisi mascellare grondano di solenne maestosità come in ICO, ma con sapori e profumi mediorientali, con quella vita delle città di Damasco, Gerusalemme e Acri, che nessuno mai ci aveva raccontato e mostrato in un videogame. Si rimane letteralmente basiti dalla qualità e dall’abbondanza su schermo che quasi ci vien da chiederci se sia questo il nuovo termine di paragone tecnico in quest’era che abbiamo imparato a chiamare col nome di next generation. Stupendi paesaggi, dalle polverose strade tra le colline alle alture disseminate di torri d’osservazione, fino alle oasi e alle città. Queste ultime sono sconfinate per estensione e zeppe di vita. Il nostro eroe maledetto dal canto suo propone una realizzazione tecnica che rasenta l’eccellenza e non solo per la ricercatezza dei particolari, ma anche per le animazioni. Da applausi anche la gestione delle luci. Come molti sanno però non c’è rosa senza spine, e pur perdendosi in un mare di bagliori e scintillii, purtroppo le note dolenti si fanno sentire. Marginale la questione delle compenetrazioni, spesso poco felici, a partire dagli stessi abiti di Altair e dell’immane quantità di NPC, proseguendo con arti che scompaiono all’interno di scalini o muri. Nulla che faccia gridare allo scandalo, ma un passo indietro dalla strada della perfezione. Più serie invece le lacune nell’animazione di alcuni elementi delle nutrite folle all’interno delle città. Questi personaggi non giocanti a volte sono protagonisti loro malgrado di scenette comiche preludio al discorso più approfondito che faremo riguardo all’intelligenza artificiale. Qualche errore c’è, ma è un prezzo decisamente esiguo da pagare per ottenere un risultato così brillante. - Spoiler:
Decisamente più delicato, intricato e ricco di ombre il discorso riguardante il gameplay. Ancora una volta ritorna prepotente il paragone con PoP. Altair può infatti compiere molte delle azioni che hanno reso celebre il principe. Il nostro fido assassino infatti, dotato di doti atletiche fuori dal comune, si rende protagonista di azioni altamente spettacolari, dalle corse acrobatiche alle lunghe scalate dei vari edifici presenti. Questo è un aspetto che mette in luce, se ancora ce ne fosse bisogno, la sconfinatezza delle ambientazioni, che si sviluppano anche e soprattutto in verticale. Il sistema di controllo, pur necessitando delle consuete prime fasi di ambientamento, ben distribuisce sul pad i vari comandi, e la spiegazione ci viene fornita di tanto in tanto con dei brevi tutorial a video. Saltare, correre, andare a cavallo, arrampicarsi: tutti mezzi coi quali Altair porterà a termine le fasi antecedenti all’assassinio, quelle nelle quali dovrà indagare per raccogliere informazioni sulla sua vittima. Interrogatori, pedinamenti, azioni di mimetismo: tutto è lecito per portare a termine l’ingrato ma necessario obiettivo. E una volta giunti al dunque, si può solo scegliere la tipologia di omicidio, sfruttando l’astuzia e le lame del nostro prode e valoroso killer. La parentesi sgradevole che accompagna la maggior parte delle azioni di Altair deriva alle pesanti lacune dell’IA, capaci di mostrare il lato peggiore dell’intero titolo. Abbiamo già segnalato in precedenza le divertenti scenette con protagonisti gli NPC, ed il discorso può essere allargato facilmente alle guardie. Abbandonata la via stealth ed impossibilitati a fuggire in eterno, ci si fermerà svariate volte a risolvere la questione con le cattive. I combattimenti con le suddette guardie offrono buoni spunti, pur essendo limitati ad un semplice sistema a due tasti colpo-parata e generando le reazioni più disparate. Molte volte questi perfetti idioti di verde vestiti non si accorgeranno neppure di un omicidio avvenuto a pochi metri da loro o reagiranno in maniera del tutto random, infischiandosene bellamente a volte, reagendo veementemente in altre situazioni. In combattimento quasi sempre avranno la peggio, anche in numero cospicuo. - Spoiler:
Quello dell’IA non è però il solo difetto del gioco, che pur offrendo una durata più che rispettosa è caratterizzato da un susseguirsi di avvenimenti ripetuti più e più volte, che alla lunga potrebbero stancare. Ad essere ripetitiva è la stessa impostazione delle diverse missioni: bisogna anzitutto sbloccare l’intero territorio salendo in cima alle torri di osservazione ed eseguendo lo spettacolare “salto della fede”, quindi raccogliere informazioni con pedinamenti, pestaggi e appostamenti, ed infine assassinare. Per rompere la monotonia il fattore esplorativo capita a fagiolo, permettendo non solo di sbloccare i le varie aree delle città mediante l’osservazione dai punti più alti, ma anche di collezionare bandiere e stendardi disseminati in grande quantità entro l’ambiente di gioco, o di salvare gli indifesi di turno dai soprusi delle guardie. La ripetitività è un fattore che va a minare anche il giudizio relativo al sonoro. Complice la scelta di commercializzare una sola versione del gioco multilanguage, sono stati inseriti dialoghi che, seppur magistralmente doppiati in italiano, rischiano di ripetersi anche parecchie volte in una stessa fase di gioco. In generale però musiche ed effetti si fanno apprezzare ed arricchiscono positivamente la già più volte lodata atmosfera. Fonte: Ludus | |
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