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 [PS3/RECENSIONE] Def Jam Icon

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Cloud Strife
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MessaggioTitolo: [PS3/RECENSIONE] Def Jam Icon   [PS3/RECENSIONE] Def Jam Icon Icon_minitimeVen Ott 03, 2008 7:22 pm

[PS3/RECENSIONE] Def Jam Icon PS3%20Def%20Jam%20Icon


Sviluppato da EA Chicago, questa volta gli autori del progetto Fight Night Round 3 si dedicano al nuovo capitolo che fonde rapper, musica hip hop e ovviamente sonori combattimenti. Siamo di fronte ad un beat'em up classico, sicuramente anomalo per il pubblico europeo, che comunque potrà riconoscere alcuni mostri sacri come Redman, Sean Paul, Ludacris, Big Boi, T.I. o The Game, considerati come i veri esponenti del rap più profondo e “non commerciale”. Ma evidentemente questi non si reputano abbastanza inflessibili da non vendere i propri diritti per un'infinità di operazioni commerciali, tra cui per l’appunto questo videogioco. La notorietà degli attori protagonisti, poco influirebbe se dietro l'impalcatura stereotipata di “personaggi di colore che sa la danno di santa ragione”, non si mostrasse un picchiaduro di qualità. E questo è il caso Def Jam: Icon. Prendendo le distanze dai precedenti capitoli della serie, EA Chicago, ha puntato tutte le proprie carte su una grafica rinnovata che si coniuga ad un gameplay che non disdegna, come era lecito supporre, il genere musicale sorto negli Stati Uniti negli anni ’70.

Spoiler:

La struttura classica del beat'em up viene riproposta senza alcun brillante colpo di genio. Le prese, i pugni e i calci e ogni mossa da wrestler vengono riproposte con ben poca originalità e senso di appagamento da parte del giocatore, complice anche un'IA terribilmente lacunosa. Probabilmente per gli sviluppatori l'intelligenza è come la marmellata: “chi meno ne ha, più la spalma”, e così i più evidenti sforzi profusi dal team EA sono da ricercarsi nel comparto grafico, a tratti fotorealistico, ma non per questo senza evidenti nei e lacune. Se la riproduzione dei famosi rapper è ineccepibile per dettaglio, meno convincenti appaiono le loro movenze a tratti disomogenee, lente, sgraziate. Probabilmente le uniche persone che apprezzeranno quanto appare su schermo saranno coloro che conoscono i propri “beniamini”, i quali si ritroveranno delle fedeli controparte stilizzate, con una qualità similare a quanto ammirato nell'ultimo capitolo di Fight Night. Il giudizio sul comparto grafico però non può e non deve limitarsi alla sola modellazione poligonale dei personaggi, perché messo da parte questo parametro, tutto il resto appare poco curato, come delle ambientazioni non certo riuscite. Impossibile tacere poi di tempi di caricamento tutt'altro che rari, e ancor più tutt'altro che rapidi. Senza voler calcare la mano, siamo comunque costretti a citare una telecamera ricca di zoom e movimenti così imprevedibili da far sospettare che sia gestita da un cameraman ubriaco.

[PS3/RECENSIONE] Def Jam Icon 245798_2


Ma le critiche più pesanti sono da muovere al fulcro del gioco: il sistema di combattimento riesce a coniugare sapientemente le non invidiabili caratteristiche della frenesia e della confusione dettata dalla pura casualità. Nonostante un buon numero di mosse, differenziate a seconda del protagonista, il sistema di attacchi e contromosse è mal implementato, a tal punto che alla fine della fiera l'esperienza sia caratterizzata più dalla pressione forsennata e casuale dei tasti che da uno studio ragionato e tattico del combattimento. Un fascio di luce splende sul comparto audio, non fine a stesso, ma intimamente legato all'azione e capace di stravolgere l'esito di un combattimento. Attraverso l'uso dei tasti uniti allo stick analogico destro sarà possibile interagire con la musica scelta all'inizio di ogni incontro: grazie ad una sorta di scratching su un disco virtuale si potranno infliggere danni doppi agli avversari. Risultano interessanti anche i fondali, che come nel caso della stazione di servizio, presenteranno elementi esplosivi e passanti che, come nel caso delle ballerine, distribuiranno sonori calcioni.

Spoiler:

Oltre alla modalità Versus per sfidare un amico, la sfida principale appare la modalità carriera dove, con un più che scarno editor, si darà vita al proprio alter ego. La trama basata su filmati e obiettivi appare un mero pretesto per giustificare combattimenti altrimenti ingiustificati. E così se il buon senso vorrebbe che nella società civile tutto si risolvesse con la ragione, EA zittisce chiunque con accesi scontri per difendere il buon nome della propria etichetta discografica, per salvare un artista da un fan, ecc, ecc. C'è comunque poco da salvare in questo Def Jam Icon. Anche chiudendo un occhio su un plot non certo edificante, su protagonisti estranei alla cultura europea, ci sarebbe piaciuto almeno trovarci di fronte ad un beat'em up di qualità, ma così non è per nostra sfortuna e per quella di EA.

Fonte: Ludus
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