Sebbene molti utenti di PlayStation Portable utilizzino principalmente la loro console tra le calde mura di casa, vi è un’altra tipologia di giocatori che necessita di prodotti adatti ad una “partitella” veloce durante le piccole pause che si è in grado di concedersi durante la giornata lavorativa o scolastica. In loro aiuto arriva in questo caso Fired Up, un gioco dove il vostro unico obiettivo sarà distruggere l’avversario a bordo di veicoli armati di tutto punto. Di primo acchito si riscontrano immediatamente delle forti somiglianze con Twisted Metal Black, o con Hardware Arena (entrambi titoli per PS2), ed in effetti gli aspetti in comune sono davvero parecchi.
Una volta presa in mano la PSP, il prodotto “London Studio” propone sin dall’inizio una giocabilità esemplare, immediata ed intuitiva. Naturalmente, come è lecito attendersi da un titolo di questa tipologia, il gameplay è indirizzato totalmente su un impostazione arcade. Nonostante la risposta delle varie vetture armata sia molto buona, si sente pesantemente la mancanza di un secondo stick analogico portato alla gestione della visuale, come accade molto spesso su PS2 tramite l’utilizzo del dualshock. Di conseguenza quindi le armi montate sul vostro veicolo, siano essi razzi, mitragliatrici o altro, non sono indipendenti dalla vettura stessa, ed e’ quindi necessario muovere l’intera quattroruote se si vuole mirare ad un bersaglio ben preciso, visto che non è possibile agire sul mirino in modo diretto. Per poter agevolare la guida, ma soprattutto gli scontri a fuoco con gli avversari, ci vengono messe a disposizione una moltitudine di visuali differenti, che dovrebbero soddisfare anche i giocatori più esigenti.
Le missioni che Fired Up propone sono abbastanza variate tra di loro ma donano decisamente un senso di dejà-vu. A dirla tutta di prodotti originali negli ultimi tempi ne vengono pubblicati ben pochi, ma questa è un’altra storia. Ma tant’è, dovrete cimentarvi ad esempio nella protezione di un convoglio, nella distruzioni di un dato numero di nemici o nel raggiungimento di un punto ben preciso della città in un certo lasso di tempo. Ad ogni modo, qualunque sia la missione, la parola d’ordine resta sovente la stessa: velocità e distruzione. Infatti non vi verranno concessi molti momenti di tranquillità durante le sessioni di gioco, sia che stiate affrontando una missione ben precisa o che stiate semplicemente gironzolando per l’area di gioco, vi saranno sempre delle forze nemiche pronte a distruggervi alla minima distrazione. Ad alzare ulteriormente il ritmo della partita c’è la cosiddetta modalità “fired up”, che si attiva automaticamente durante la modalità storia nel caso in cui, mentre vi troverete al di fuori di una missione, eliminerete i nemici che vi si pareranno davanti. Dopo alcune uccisioni questa modalità farà la sua comparsa, incitandovi a continuare il massacro per poter poi ottenere alcuni bonus e premi aggiuntivi. I vostri assalitori, molto spesso in superiorità numerica, si mostrano decisamente attivi ed intraprendenti. L’intelligenza artificiale risulta quindi perlomeno soddisfacente. La loro tattica principale si basa comunque nella maggior parte dei casi sulla superiorità numerica: una volta assaliti da un carro armato vedrete sul radar comparire immediatamente altre unità che tempestivamente corrono in aiuto al compagno, garantendo così un’azione frenetica non-stop. Il vostro stato è rappresentato da una barra gialla sulla videata, seguita da un ulteriore indicatore blu rappresentante uno scudo, che vi offre la possibilità di incassare un numero maggiore di attacchi prima di arrivare al game over. Naturalmente entrambi questi fattori, così come le armi ed altri oggetti, possono essere potenziati o ricaricati tramite il raccoglimento di vari oggetti presenti nel livelli di gioco.
Come detto in precedenza il cuore pulsante di Fired Up è rappresentato, in mancanza di un amico con cui giocare in multiplayer, dalla modalità storia, che vi porterà ad una successione di moltissime missioni ad obiettivi variabili, ma come comune oggetto la distruzione. Naturalmente a fare sfondo a tutto questo vi è anche contesto in grado di dare un senso alle vostre azioni: ogni area di gioco vedrà opporsi due superpotenze, ed è qui che i membri della ribellione fanno appello ai vostri servigi. Nelle vesti di un mercenario vi aggirerete liberamente nella zone del conflitto, attivando, tramite apposite zone segnalate, le varie missioni, ai fini di risolvere la situazione e sbloccare così l’area seguente. L’affidamento delle missioni avviene tramite l’oramai collaudatissimo sistema presente in GTA, e ripreso poi da una miriadi di altri giochi di ogni genere. Sarete infatti voi stessi a decidere quale missione affrontare e quando affrontarla, attivando quest’ultima visitando il corrispondente mandante.
Essendo questo un prodotto pensato principalmente per essere consumato in compagnia di altri tramite sessioni di gioco in multiplayer, Fired Up non poteva non proporre una modalità multigiocatore sfruttando la tecnologia wi-fi. Sono presenti le oramai classiche modalità deathmatch, cattura la bandiera, il re dalla collina e così via, dando così ad esilaranti ed appassionanti partite tra amici. Ed è sicuramente questa la massima espressione di prodotti come Fired Up. Ma lo sfruttamento della periferica wi-fi non si ferma qui. Come accade nel magnifico Wipeout Pure, sarà possibile accedere alla grande rete ai fini di scaricare contenuti aggiuntivi, come ad esempio nuove vetture, nuovi tracciati e così via. Inoltre Fired Up prevede anche l’opzione di condivisione di gioco, che permette a più persone di sfidarsi possedendo un unica copia del gioco.
Graficamente il titolo “London Studio” si presenta in modo parecchio solido ma non particolarmente impressionante. I livelli di gioco presentano delle texture abbastanza scarne e prive di dettagli, nonché, in alcuni livelli, anche decisamente noiose e ripetitive. Questo discorso non vale però per quanto riguarda le vetture che vanno ad animare le battaglie, che risultando decisamente ben realizzate. Le automobili armate presentano un alto numero di dettagli, e durante il gioco sono veramente piacevoli da osservare. Ma la parte che più si fa onore nel comparto grafico di Fired Up è sicuramente quella riguardante gli effetti, sia di luce che di altra natura. Le esplosioni, gli effetti fumogeni ed ogni altra conseguenza di un esplosione è stata realizzata in maniera convincente e decisamente spettacolare. Anche l’effetto di velocità e di derapata è stato realizzato con la medesima cura, e nel complesso possiamo affermare che la grafica di Fired Up raggiunge un livello perlomeno discreto. Per quanto riguarda invece il campo audio possiamo affermare che i brani accompagnatori sanno cogliere in pieno l’atmosfera che lascia intuire Fired Up, senza mai nè deludere ma nemmeno senza sorprendere oltremisura.
Tirando le somme Fired Up risulta un prodotto ben lontano dall’originalità, ma che riesce sostanzialmente a centrare in pieno il suo obiettivo principale: farci divertire. Questo grazie ad una discreta modalità storia e, soprattutto, alle ore di divertimento in grado di regalare in modalità multigiocatore. La realizzazione tecnica presenta alcune lacune, che però non impediscono a Fired Up di risultare un discreto titolo per il nostro gioiello portatile.
Fonte: Ludus