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 [PS3/RECENSIONE] Uncharted: Drake's Fortune

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Cloud Strife
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MessaggioTitolo: [PS3/RECENSIONE] Uncharted: Drake's Fortune   [PS3/RECENSIONE] Uncharted: Drake's Fortune Icon_minitimeMar Set 09, 2008 1:48 pm

[PS3/RECENSIONE] Uncharted: Drake's Fortune Uncharted


Cosa accomuna gli spagnoli colonizzatori del “Nuovo Mondo”, l’esploratore Sir Francis Drake e i nazisti? I Naughty Dog, celebre team creatore della serie di Crash Bandicoot, hanno attinto dal calderone storico elementi che accomunano questi tre soggetti per intrecciare e sviluppare una trama originale ed avvincente che ruota attorno ad un misterioso ed inestimabile tesoro.

Spoiler:

Nathan Drake, presunto pronipote del celebre esploratore ed avventuriero, si imbatte nell’avventura della sua vita tra continui richiami storici ed interessanti interpretazioni di alcuni miti e leggende che circondano il mistero di El Dorado. Al suo fianco la bella, arguta ed impertinente presentatrice TV Elena Fisher e l’amico tuttofare Victor “Sully” Sullivan. Azione, avventura, spettacolari sparatorie e scenari mozzafiato racchiudono l’essenza stessa di Uncharted. Un titolo, quello dei Naughty Dog, sostanzialmente diviso in sessioni esplorative platform e violenti scontri a fuoco, il tutto condito da sporadiche sessioni a bordo di mezzi, enigmi e cut scene a profusione. Saranno tuttavia le prime due fasi a scandire il ritmo di questa straordinaria avventura. Nelle prime verranno messe a dura prova le abilità fisico-atletiche del protagonista. Drake, da questo punto di vista, pur non raggiungendo i fasti di Altair e del Principe di Persia, sfoggia un’agilità ed una maestria innata nell’arrampicarsi, saltare, passare da un appiglio all’altro e utilizzare al meglio corde, liane e catene per superare ostacoli altrimenti insormontabili. Ad intervalli regolari, tra la scalata di una parete e la traversata di un fiume Nathan si troverà a dover utilizzare l’altra sua grande abilità. Armi alla mano il gioco assume le caratteristiche di uno sparatutto in terza persona con la possibilità di ripararsi dietro ad oggetti ed elementi di fondale per evitare il fuoco nemico con una leggera sensazione di deja vu (chi ha detto Gears of War?). Queste sessioni rappresentano il vero e proprio fulcro del gioco offrendo gli spunti più interessanti di discussione, e non sempre in positivo. A fronte di una discreta difficoltà che si trova a fare fuori tutti i nemici al primo colpo senza subire danni è necessario mettere in luce pregi e difetti dell’IA, croce e delizia dell’intero gameplay. I nemici infatti mostrano un’insana resistenza ai proiettili, una capacità di schivata in puro stile matrix, attuano convincenti e talvolta letali tattiche di aggiramento e incalzano insistentemente Drake quando questo si trova in difficoltà o ricarica l’arma di turno. Il titolo da questo punto di vista non ha alcuna velleità di ricerca del realismo e si rivela un arcade d’altri tempi, con pose dei nemici quasi fumettistiche o tratte da action movies, pattern di attacco particolari, a volte stravaganti, fuoco incessante e capacità di resistere alle pallottole, anche a scariche prolungate, salvo poi inciampare in divertenti siparietti e rimanere vittima di friendly fire, spesso dovuto all’affrettato e mal calcolato lancio di granate. Drake, dal lato suo si oppone strenuamente utilizzando armi a lungo e corto raggio che spaziano dalla pistola al fucile da cecchino oltre ad attacchi corpo a corpo e combo non soltanto devastanti ma talvolta anche discretamente remunerative in termini di munizioni extra. Purtroppo le piccole lacune dell’IA non sono le uniche legate alle sparatorie. Il sistema di puntamento infatti non raggiunge i canoni dell’eccellenza grazie ad una precisione non sempre euclidea. Per risparmiare colpi, o semplicemente per portare a termine gli scontri con più stile sarà necessario acquisire pratica nell’effettuare head shots, i letali e celeberrimi colpi alla testa. Purtroppo la strategia del one shot one kill non sarà sempre effettuabile a causa delle piccole imprecisioni della mira. Tutto sommato il risultato ottenuto per difficoltà e qualità di sfida si attesta su livelli decisamente elevati. A questi due grandi pilastri del gameplay si aggiungono piccole e purtroppo sporadiche fasi, come le sessioni a bordo di mezzi tra cui le corse a bordo di acquascooter e la spettacolare fuga in fuoristrada, ed enigmi rari e di semplice risoluzione. Da questo punto di vista qualcosa di più suggestivo alla “Tomb Raider” avrebbe giovato non poco. Piccole mancanze, lievi imperfezioni capaci però di intaccare solo lievemente un sistema di gioco divertente e scorrevole e un’avventura talmente intrigante e ben realizzata da bere tutta d’un fiato o, se preferite, da “effetto ciliegia”, dove una partita tira l’altra.

Spoiler:

Per mesi il castello dietro al quale è stata costruita la presunta superiorità hardware di Playstation 3 proseguiva nel suo lento ed inesorabile sgretolio. La quasi totalità dei multipiattaforma che gira peggio rispetto alla controparte Xbox 360 ha fatto suonare il campanello d’allarme e pensare a dei limiti strutturali insormontabili per i programmatori. Capacità ridotte della macchina o semplice pigrizia della stragrande maggioranza delle software house? Di fronte al lavoro dei Naughty Dog però queste discussioni si dissolvono e mettono in evidenza un assaggio di quello che è realmente possibile realizzare sulla piattaforma Sony se il team di sviluppo è competente e si applica a dovere. I creatori del simpatico peramele roteante offrono uno spettacolo che non soltanto PS3 ancora non ci aveva regalato, ma che addirittura descrive nuovi canoni per tutti i futuri lavori della “next generation”. Ciò che stupisce sono in primo luogo le ambientazioni: varie, evocative, ricche, spettacolari. La realizzazione della lussureggiante giungla, delle rovine e di tutte le altre locazioni colpisce per quantità di particolari e qualità di texture. Fluide e convincenti le animazioni dei personaggi principali, simpatiche e stereotipate quelle dei nemici. Gli effetti speciali raggiungono l’eccellenza in alcuni frangenti, come lo straordinario“effetto bagnato” dei vestiti, che si inzuppano non appena i personaggi entrano in acqua e progressivamente si asciugano, o la rifrazione dei fluidi e lo straordinario sistema di illuminazione. Come in ogni gioco i difetti tecnici non mancano, ad esempio alcune texture di qualità inferiore e qualche rarissimo calo di frame rate, ma sono limitati e circoscritti e non inficiano in alcun modo il giudizio finale più che positivo. Semplicemente spettacolare il comparto auditivo, grazie all’ottima colonna sonora, al campionario di effetti vario e ottimamente realizzato e al superbo doppiaggio in italiano. La durata del titolo si attesta su livelli soddisfacenti, con tre livelli di difficoltà e circa otto ore di gioco a livello intermedio condite da dozzine di scene d’intermezzo di grande effetto, capaci di spezzare l’azione e di tenere il giocatore incollato allo schermo come davanti ad una spettacolare produzione hollywoodiana. La rigiocabilità è assicurata dal simpatico sistema di punti, simile a quello utilizzato con gli achievements su Xbox 360, che permette di accumulare punteggio portando a termine determinati obiettivi e collezionando i tesori segreti e sbloccando utilissimi extra per le partite successive.

Fonte: Ludus
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MessaggioTitolo: Re: [PS3/RECENSIONE] Uncharted: Drake's Fortune   [PS3/RECENSIONE] Uncharted: Drake's Fortune Icon_minitimeMer Set 10, 2008 2:37 pm

Questo gioco l'ho odiato e lo odio ancora... Però c'è l'ho è l'ho finito, anche se prima...Non c'erano quei cazzo di trofei. Mad
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MessaggioTitolo: Re: [PS3/RECENSIONE] Uncharted: Drake's Fortune   [PS3/RECENSIONE] Uncharted: Drake's Fortune Icon_minitimeSab Set 13, 2008 2:35 pm

Perchè lo odi? Neutral
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