[XboX360/RECENSIONE] Kameo - Elements of Power

In un fantastico mondo, i troll, esseri verdi e non certo fascinosi, convivevano pacificamente con gli elfi del re Solon. Non tutto poteva filare liscio, ovviamente. La ribellione di Thorn, uno dei troll più agguerriti e bellicosi provocò l'inizio delle ostilità tra i due regni e la morte prematura del re. La consorte Theena si trovò così a scegliere un'eletta che potesse mettere fine alla guerra, ma tra le due figlie scelse Kameo provocando l'amarezza e il risentimento dell'altra donna Kalus per l'appunto, che non solo giurò vendetta, ma si schierò dalla parte del terribile troll Thorn. Insomma, sembra che alla Rare vadano di moda i tanto inflazionati motti popolari: mai fidarsi delle donne e ancora più dei parenti.


Nei panni di Kameo, una leggiadra fatina, dovremo aggirarci per sette mondi potendo contare su dieci trasformazioni in altrettante creature fantastiche e dai poteri unici. Nonostante le grandi premesse, la spasmodica attesa per le meraviglie annunciate da Kameo terminerà non appena si vedranno le sopravvalutate metamorfosi in nuovi personaggi che, tranne rare occasioni, appaiono ben poco ispirate e non celano un gameplay inficiato da sensazioni di deja-vu. Siamo di fronte ad un arcade adventure in cui le abilità del giocatore saranno chiamate in causa per superare ben poco impegnativi combattimenti con i troll e difficoltà proprie di platform con burroni da saltare, cunicoli da attraversare sotto forma di sfera come già assaporato in Metroid, muri da scalare e ben poco ingegnosi puzzle. Infatti, le trasformazioni non saranno mai fini a se stesse, ma se usate con dovizia permetteranno di superare semplici enigmi e proseguire per l'avventura alquanto lineare. Trovate un troll che si nasconde sotto un coperchio? Basterà trasformarsi in una pianta carnivora, sotterrarsi e colpirlo da sotto terra; una rampa su un burrone significherà che dovremo trasformarci in una palla, accelerare e spiccare un balzo. Tutto chiaro, no? Kameo nonostante la sua natura poliedrica e di primo acchito complessa riserva ben poche sorprese ad un pubblico smaliziato e adulto che si ritroverà di fronte a situazioni trite e ritrite, a volte capaci di strappare un sorriso è vero, ma incapaci di divertire sul lungo periodo.

Xbox 360 tra vane promesse e proclami smentiti, dimostra quanto il termine “di next generation” sia ancora fuori luogo. Nonostante tutte le buone intenzioni, Kameo, alla fine si scontra con i limiti stessi insiti nel concept alla base dell'esperienza ludica. La struttura arcade-adventure funziona bene nelle prime ore, quando la sorpresa per le mirabolanti trasformazioni del nostro alter ego è alta, ma poi la ripetitività dell'azione, nonchè i combattimenti ben poco coinvolgenti, lasciano posto al più grande sconforto. Non basta prevedere una decina di trasformazioni in creature alquanto banalotte e infarcire il tutto di effetti grafici più o meno azzeccati per realizzare un titolo intrigante. Purtroppo Kameo soffre del troppo entusiasmo riversato sopra dagli sviluppatori che nel corso del lungo periodo di gestazione hanno cercato di renderlo sempre più ricco e imprevedibile, senza mai riuscire a caratterizzare con intelligenza i protagonisti, o semplicemente a sorprendere il giocatore. Niente di niente. Kameo dopo poco tempo lascia spazio a facili sbadigli dimostrando che in casa Rare spesso è più facile concentrarsi sul contorno piuttosto che sul nocciolo.

Spoiler:

Graficamente siamo di fronte ad un titolo controverso per via delle innumerevoli vicissitudini. E' possibile trovare tracce della “old generation” in molte texture, animazioni appena abbozzate, e una telecamera farraginosa che rovina inesorabilmente i combattimenti. La Rare, con poco tempo a disposizione, ha convertito il suo prodotto per Xbox 360 inserendo comunque alcune chicche come gli sfondi sfumati davvero pregevoli e, su tutto, l'ottima definizione dei personaggi principali come il pelo dello yeti. Punto a favore anche per la rappresentazione delle battaglie con centinaia di personaggi sullo schermo che ci hanno riportato alla mente i fasti degli scontri del Signore degli Anelli e gli scontri con i boss di fine livello che impegnano maggiormente il giocatore. E' però un peccato poi assistere a cadute di stile riscontrabili nelle animazioni di alcuni troll, o nei filmati di intermezzo discutibili per regia e resa grafica. Insomma un lavoro non impeccabile anche sul piano prettamente tecnico. Su un altro piano l'accompagnamento musicale, evocativo, e suadente come pochi che vede il coinvolgimento di Nile Rodgers e dell'orchestra filarmonica di Praga.

Kameo risulta attraente per quei giocatori giovanissimi che cercano un avventura dalla forte carica fantastica e in parte umoristica. Queste persone si troveranno con un titolo valido, ma alquanto lacunoso nei combattimenti, nonchè nella longevità visto che è facile completarlo in appena sei ore. Troppo poco cara Rare e ancora pollice verso per la console di casa Microsoft. Per la next generation è necessario ancora attendere.

Fonte: Ludus